Stage d’anniversario
CHARTRES (FR)
Di questo Stage rimangono molte cose: i laboratori in cui è stato organizzato, la grande ospitalità di Kim Lang Nguyen, la partecipazione del Maestro Tue Ho dal Brasile, la visita alla cattedrale di Chartres con le riflessioni del Maestro e un magico Dai Lao accompagnato dalla campana della chiesa, eseguito la sera al buio nella piazza davanti alla cattedrale al termine della visita. Il Maestro ci racconta::
GM Phan Hoang
“Ho visitato per la prima volta la cattedrale di Chartres più di 30 anni fa e il parroco mi spiegò allora che ci sono voluti ben 150 anni per completarne la costruzione. La mia domanda era: ‘Cosa bisognava fare perché le persone di diverse generazioni continuassero i lavori di costruzione?’
Il parroco mi spiegò che se l’opera poteva essere completata, era perché chi l’aveva iniziata aveva sviluppato un buon piano e gettato delle buone fondamenta, aveva dato un messaggio chiaro e, in seguito, era possibile continuare l’opera generazione dopo generazione.
Per me, un giovane ancora alla ricerca della verità, questa fu come una rivelazione. In altre parole, nella vita tutte le opere importanti hanno richiesto il lavoro di diverse generazioni. L’importante è trasmettere il messaggio e la motivazione alle generazioni future e, soprattutto, porre delle buone basi. E questo mi dà il coraggio di dire che posso progettare qualsiasi opera purché sia convinto che le generazioni future continueranno il mio lavoro. Ma perché questo sia possibile, è necessario che io stesso abbia una motivazione profonda e che sia animato da interessi assoluti perché, altrimenti, le cose non dureranno nel tempo.
Per costruire una cattedrale sono necessarie grandi conoscenze tecniche e persino esoteriche. Guardate queste volte: sono il punto di concentrazione dell’energia. L’interno di una cattedrale è sempre un luogo di pace e di elevazione dello spirito. Quindi anche l’architettura ha giocato un ruolo nella dimensione dell’energia, per non parlare dell’ambito religioso.
Negli ultimi 30 anni, ogni volta che torno a Chartres, scatto una foto nello stesso punto, per poter poi fare un confronto.”